E’ da un po’ che ce lo chiediamo, dunque abbiamo deciso di fare un approfondimento sul tema, anzi… una ricerca [qualitativa, ovviamente] 🙂

Abbiamo preso in esame i principali gruppi LinkedIn dedicati al mondo della ricerca qualitativa (direttamente o indirettamente). Li abbiamo divisi in più tipologie: quelli strettamente di ricerca, quelli legati al marketing e all’innovazione, quelli che toccano più in genere temi di web marketing e social media.

Ma abbiamo studiato anche quelle che sono le interazioni, i commenti, insomma il buzz che tali gruppi sembrano generare. Partiamo proprio da qui. La situazione è desolante. Nella maggior parte dei casi, ciò che vediamo è questo:

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Il vuoto totale. Oltre il 90% dei post sembrano essere totalmente ignorati, almeno a livello di engagement, di capacità di stabilire un dialogo. Saremmo molto curiosi di scoprirne l’effettivo tasso di lettura, ma non ci stupirebbe sapere che è prossimo allo zero. I post che vedono un effettivo scambio di informazioni tra gli utenti è molto basso… bassissimo se si pensa che tali gruppi sono seguiti in media tra 10mila persone e quasi 100mila!

Per prima cosa, soprattutto per chi di voi fosse meno pratico di tali gruppi e magari anche alla ricerca di un lavoro nel settore… sottolineiamo una pratica funzione dei gruppi LinkedIn: esiste un pulsante, questo (in alto)

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che vi permette di filtrare tra sole conversazioni e offerte di lavoro. Inoltre, iscrivendovi ai gruppi, riceverete anche delle mail con le offerte di lavoro relative ad alcune aziende di tali gruppi (e circoscritte al proprio paese di Residenza, wow). Utile, no? E molto coerente con il “cuore” di LinkedIn, che anche se sempre più somiglia a un Facebook del lavoro, mantiene le sue specificità.

Da una analisi approfondita dei vari gruppi, ci siamo accorti che oltre il 90% (facciamo anche 99%) dei post hanno prettamente una finalità auto-promozionale (con relativo link al blog della società, a video su proprio canale YT, ecc). Certo, questo è ovvio trattandosi di gruppi e spazi simili, però l’impressione è che ci sia modo e modo.

Nessuno che abbia tenuto conto della ormai classica regola del 20-80: parlare di se stessi sì, ma senza che diventi una celebrazione, dai!

Inoltre, sembra valere la regola “gruppo che vai, stesso post che trovi”. Facile: sempre in quanto trattasi di auto-promozioni, più aziende, istituti o social media manager (=tirocinanti!) di istituti sono chiamati a divulgare il verbo in giro per i gruppi.

Il livello di promozione che si riscontra in alcuni gruppi finisce anche per essere… fuori target. Un caso è questo:

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Si potrebbe pensare che si tratti di un nuovo approccio (tramite live webinar?) per ottenere delle risposte perfette, magari circa il tema del reperimento, annosa questione. E invece… la risposta è al link: http://careerconfidential.com/webinar-signup-perfect-interview-answers/ Non c’entra assolutamente niente, è un clamoroso spot di un webinar/consulenza (a pagamento) per imparare a fornire le risposte migliori durante i colloqui di selezione. Ma scusate… siamo in un gruppo che si chiamerebbe Qualitative Market Research Forum, o no?

No, non è tutto negativo… ma occorre molto tempo, e anche un po’ di pazienza.

Abbiamo trovati diversi spunti interessanti, tra cui questo ci ha incuriositi:

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https://www.linkedin.com/pulse/dear-qualitative-researcher-thank-you-letter-from-your-middlemiss?trk=pulse_spock-articles
Un ricercatore che riceve una (finta? Vera?) lettera da un intervistato, dove viene molto ben spiegata (anzi, romanzata) la sensazione di partecipare per la prima volta a un focus group
. E qui ci siamo resi conto di altri aspetti: chi scrive molto su LinkedIn ormai usa Pulse (che ormai rappresenta “il nuovo mondo dei blog?”), inoltre chi riesce a creare engagement… finisce per averlo sul proprio spazio/blog e non su LinkedIn.

Ma dunque la domanda è: i contenuti su LinkedIn (e soprattutto il titolo e la relativa immagine) sono in grado di dirottare il lettore sulla pagina del proprio blog/spazio Pulse?
Questa è tutta un’altra questione, e ci porta fuori tema….

Ma soprattutto, rispetto alla lettera in questione: che perla rara! Esistono ancora quindi gli intervistati veri, e non professionisti? Provocazione che rimanda al nostro Manifesto, esattamente ai punti 21-30  😉

E l’Italia?

Esiste un gruppo Assirm, che però ad oggi fa numeri molto contenuti (un migliaio di iscritti o poco più) e genera pochissimi commenti, forse anche perché gestito in lingua italiana (ok così lo capiamo tutti, ma forse ci facciamo poco capire in un mercato global!)

Esistono altri gruppi in lingua italiana (es. Domande di marketing Italia), ma abbiamo trovato logiche simili a quanto detto, con un livello di conoscenza effettivo del mondo delle ricerche qualitative non sempre evoluto/avanzato (ma pur sempre utili per avere alcune dritte!)

Ben più specialistici (ed interessanti) i gruppi che toccano temi di social media marketing (es. social media marketing italiano o social media marketing Italia), dove scrivono vari professionisti ed esperti del web marketing, ma dove si ritrovano comunque contenuti livelli di engagement.

Particolarmente interessanti (anche se qui siamo quasi fuori tema!) gli eventi che organizza Andrea Albanese – fondatore del gruppo Social Media Digital Marketing Italia, con il pregio di incontrarsi offline, il che non fa mai male!

Le nostre conclusioni

Abbiamo nettamente avuto la sensazione che tali gruppi siano molto popolati, con un elevato numero di post/al giorno (per altro non così elevato, se lo si raffronta a una presenza media di circa 50-60mila utenti), ma…

  • con un bassissimo livello di engagement
  • con una tendenza alla auto promozione fine a se stessa
  • senza che vi sia il desiderio genuino di condividere dubbi, risorse, problemi relativi alla nostra professione o in genere al mondo del marketing
  • con post e contenuti in certi casi completamente “fuori target” – quando la promozione è spam che esula dagli obiettivi dei gruppi

Dunque a cosa servono?
Rimaniamo con più domande che risposte

Attendiamo vostri commenti, illuminateci se avete esperienze di altro tipo, grazie!

 

P.S.  Noi comunque lo pubblicheremo anche su tutti i gruppi ai quali siamo iscritti, chissà che qualcuno non ci smentisca? 🙂